La clamidia rappresenta attualmente la più comune IST batterica. È molto frequente anche tra gli adolescenti. Si stima che oltre il 70% delle infezioni siano diagnosticate in giovani donne di età compresa tra i 15 e i 24 anni; negli uomini invece la prevalenza è maggiore nella fascia di età tra i 20 e i 29 anni.
È pericolosa perché decorre molto spesso senza dare sintomi soprattutto nel sesso femminile: il 75% delle donne e il 25% degli uomini infetti sono asintomatici. I portatori “sani” sono molto numerosi.
-
Qual è l’agente infettante?
(Agente infettante)- La clamidia è causata dal batterio Chlamydia trachomatis, che penetra all’interno delle cellule infettandole. Si localizza soprattutto a livello dell’uretra, della ghiandola del Bartolino e della cervice uterina (collo dell’utero).
-
Quali sono i fattori di rischio?
- Giovane età e sesso femminile (le giovanissime che hanno rapporti sessuali prematuramente sono particolarmente a rischio per l’immaturità del tessuto della cervice che è più fragile e delicato rispetto a quello della donna adulta)
- Concomitante o passata infezione con un’altra MST
- Mancato o sbagliato utilizzo del preservativo
- Promiscuità sessuale (con il numero dei partner sale il rischio di infezione)
- Uso di droghe
- Etnia (le donne negre sono più vulnerabili perché hanno una mucosa normalmente più sottile e sensibile)
- Scolarità e livello di urbanizzazione
-
Si può contagiarsi solo con i rapporti?
- La clamidia può essere trasmessa durante contatti e rapporti sessuale per via vaginale, attraverso i rapporti orali e anali con un partner infetto
- Maggiore è il numero di partner più aumenta il rischio di contagio
- Come altre IST anche l’infezione da Clamidia si associa a un maggior rischio di contrarre l’infezione da HIV.
-
Quali sono sintomi e segni?
- L’infezione è spesso asintomatica, in percentuali variabili, sia nella donna che nell’uomo, e questo aspetto ne favorisce la diffusione inconsapevole.
- Nella donna la clamidia tende a infettare la vagina e a diffondersi in modo ascendente verso il collo dell’utero provocando una cervico-vaginite.
- Questa infezione è particolarmente subdola, sfumata, sono assenti prurito e bruciore che caratterizzano altre infezioni trasmesse con i rapporti sessuali e anche le perdite non sono evidenti o caratteristiche, per lo più inodori e incolori. Talora sono presenti dolori ai rapporti (dispareunia) e dolore addominale e pelvico. Talvolta possono comparire perdite di sangue dopo i rapporti.
- In alcuni casi è presente anche un’uretrite (infezione dell’uretra: il canale di emissione dell’urina) con i sintomi tipici di dolore e bruciore quando si fa la pipì talvolta accompagnati dal continuo stimolo ad urinare.
- Nell’uomo l’infezione da Clamidia è più spesso sintomatica con più evidenti sintomi nell’atto dell’urinare (bruciore, dolore, stimolo impellente) e secrezione uretrale.
-
Come si ottiene una diagnosi certa?
- La cervico-vaginite da Clamidia è un disturbo ginecologico spesso difficile da rilevare con la sola visita medica. Per avere una conferma è necessario procedere al tampone vaginale e cervicale al fine di ricercare il microrganismo responsabile.
- In caso di dolore e bruciori quando si fa la pipì il medico consiglierà anche un tampone uretrale per valutare l’eventuale diffusione del batterio anche alle vie urinarie.
- Nella donna in gravidanza esposta a fattori di rischio viene in genere raccomandato un esame nel 1° e nel 2° trimestre.
-
Qual è la cura più indicata?
- La terapia si basa sul trattamento antibiotico, che deve essere seguito da lui e da lei contemporaneamente (in questo modo si evita di reinfettarsi dando spazio ad infezioni ping-pong)
- La guarigione è assicurata se la cura è tempestiva e seguita rigorosamente secondo le indicazioni ricevute dal medico da entrambi i partner.
- Durante il trattamento è indispensabile l’astensione dai rapporti sessuali per proteggersi da un nuovo contagio.
- Dopo 3-4 mesi dalla fine della terapia è consigliabile eseguire un nuovo controllo per accertarsi dell’avvenuta eradicazione (soprattutto se si è un’adolescente e se non si è certe che il partner abbia eseguito gli esami e la cura. Dati recenti stimano che entro 2 anni dalla prima infezione, ben il 32-38% delle adolescenti che hanno contratto la clamidia la prima volta si reinfettano.
-
Attenzione
- Se l’infezione non viene curata, nella donna possono insorgere gravi complicazioni; tra queste la cosiddetta malattia infiammatoria pelvica o MIP (Pelvic inflammatory Disease o PID) che può causare danni permanenti se non affrontata in modo adeguato. Tra le conseguenze della PID/MIP c’è un aumentato rischio di gravidanza ectopica (dove l’embrione si impianta in una sede diversa dall’utero per esempio in una tuba con rischio di emorragie acute gravi), di infertilità (la PID rappresenta la maggior causa di sterilità femminile per occlusione parziale o totale delle tube) e dolore pelvico cronico. Si tratta di un’infezione particolarmente seria che va prevenuta con attenzione usando sempre il profilattico durante i rapporti.
- Anche nell’uomo il mancato trattamento dell’infezione da Clamidia può portare a ripercussioni significative sulla fertilità.
-
Come prevenire la Clamidia?